Guido Guidi (1901-1998) è nato a Livorno ed è ampiamente considerato come la figura di collegamento tra i pittori Macchioli e la generazione successiva. Fin da giovane Guidi mostrò una naturale inclinazione verso l'arte e nel 1912 si iscrisse alla scuola d'arte. Tuttavia, a causa di difficoltà finanziarie, fu costretto a partire dopo solo pochi mesi per mantenere la sua famiglia.
Nonostante le sfide, Guidi ha continuato a perseguire la sua passione per l'arte mentre lavorava per sostenere la sua famiglia. Anche durante la guerra, continuò a sperimentare la sua espressione artistica, catturando scene militari che avrebbero poi influenzato i suoi dipinti.
La prima mostra pubblica di Guidi avvenne nel 1924 al "Cenacolo degli illustri" di Firenze. Nel 1927 tiene una mostra personale alla Bottega d'arte di Livorno, con il sostegno del cognato Giuliano Masini, che acquistò molte sue opere. Tuttavia, la vita di Guidi fu segnata da lotte psicologiche aggravate dalla fine della sua amicizia con Masini, che portarono a periodi di cura a Volterra e Pisa.
Nonostante le battute d'arresto, Guidi conobbe una rinascita alla fine degli anni Quaranta. Il suo ritorno si consolidò con mostre a Roma, Livorno e Firenze negli anni Cinquanta e all'inizio degli anni Sessanta. Nonostante anni di isolamento, lo stile unico di Guidi ha attirato l'attenzione di importanti mercanti d'arte e collezionisti di tutta Italia.
Livorno rimase significativa per Guidi, culminando in una mostra retrospettiva organizzata dal Comune nel 1966 presso la Casa della Cultura, offrendo un riconoscimento finale della sua eredità artistica.
La vita e l'opera di Guido Guidi esemplificano resilienza e determinazione, superando le avversità per lasciare un segno indelebile nella scena artistica italiana.