Walter Togni
POLIMATERIA E POLIESPRESSIVITA’ NELLA DIMENSIONE ARTISTICA CONTEMPORANEA
DI WALTER TOGNI
Poco più di mezzo secolo di esistenza intrisa e arricchita da abilità pittorico – scultorea e non soltanto, con vena artistica di talento e formazione specialistica nell’ambito dell’arte, tesa, quest’ultima a sviluppare l’ingegno insito nel suo essere. Ecco come introdurre il pittore, scultore, modellista, decoratore e soprattutto ricercatore di nuove e antiche tecniche, Walter Togni, artista vignanellese, rivoluzionario, innovativo, con la mira di allineare i postulati ideologici della “Bauhaus” di esaltare il passato che istruisce, che ispira, che ritorna….., di non dimenticare le origini, di assegnare il tributo culturale a chi ci ha preceduto, di cimentarsi nel figurativo, attratto mirabilmente da Caravaggio e dai Maestri Fiamminghi, di applicare tecniche ceramiche mature e di segnare indelebilmente il proprio destino d’artista evolvendosi verso l’introspezione attiva e del tutto personale in soluzioni stilistiche che cavalcano leggiadramente l’onda iperrealista….via via fino al surrealismo e all’informale. Nel’73 diventa Maestro d’Arte e nel tempo la sua fantasia, che schizza e sussulta dall’iperrealismo al surrealismo, nella sua armonia dinamica, ormeggia al Panta-rey con un cavallo che stava sul Partenone, opera nella quale l’intervento dell’uomo è evidente, come la natura che fagocita l’operato umano, riappropriandosi della realtà naturale. Nell’opera, le geometrie artificiose apportate dall’uomo scompaiono, nell’atto di essere inghiottite. Tutte le espressioni umane hanno un tempo …la natura ingloba tutto ….la bellezza umana è come sabbia al vento…Ricercatore dell’uso delle tecniche, del controllo della materia, qualsiasi essa sia, del terreno che in chiave artistica dà un messaggio che va al di la della materia stessa fino ad arrivare a denunciare problemi di alto valore umano, sociale, etico e morale. Il contenuto scrinning della novità, della primizia, senza perdere la comunicazione con la realtà che lo ispira, lo conduce a sperimentare e ad esplorare nuovi ambiti, nuove forme, utilizzando materiale e stili del tutto contrastanti tra loro. La ceramica del 500, con gli stessi smalti, gli stessi modi di cottura, gli stessi supporti, lo ha sempre affascinato fin dai tempi della prima formazione. La pittura iperrealista assoggettata ai “pezzi” appoggiati, sembra dare consistenza all’opera di Water. I decori avviluppati in elementi della natura, lo inducono a provare l’eccitazione e la commozione della “creazione” non dl mondo, ma di suoi dettagli minuti e preziosi. Le tegole, riprese dalla tradizione persa nel tempo in un contesto moderno in quanto la struttura realizzata in cemento armato con regole attuali, lo incoraggiano a cercare le radici senza mai lasciare il contesto della contemporaneità. I costumi, gli usi e tutto ciò che riguarda il passato sono la catapulta per il futuro, perché senza il basamento non c’è fastigio, senza la terra non c’è sommità. A tal proposito i temi freudiani del sogno sono emblematici: Una bimba che sogna mondi fantastici e sembra andare alla deriva in un alveo d’acqua, viene sorretta sempre dalla mano materna in una notte lunare durante la quale il senso della luce argentea , della sensazione della morbidezza spugnosa del grembo materno, riporta all’origine propria dello stesso corpo che accoglie la vita ospitandola nei suoi primi bagliori e alla quale tutti sono uniti da sempre e per sempre. Uscire dall’utero materno è percorrere un tunnel rappresentato dal tentativo di raffigurare un’altra dimensione nel quadro di “Cloni “, esseri già vissuti, non embrioni, che passano inesorabilmente in uno stato di Essere esteso e di diversa entità. Profondo conoscitore della materia e della tecnica, assurge a stile e forma eccellenti, pronto a padroneggiarli e a domarli al fine di scatenare l’oggetto, che finalmente viene alla luce in un alternarsi di ombre e luci riflesse che donano bellezza interiore all’immagine. La sua tecnica man mano si distacca da quelle rinascimentali, con l’uso di colori industriali, al di la e al di sopra della stessa, perché ciò che conta è il contenuto. L’opera surrealista permette a Walter di personificare se stesso con il protagonista, il motore: La macchina che spersonalizza in opposizione al’urgenza contingente e all’impulso naturale del pensiero, in quanto l’uomo pensa, costruisce, “crea” per cercare il suo modo di essere. Di nuovo ritorna il concetto della “natura” che riappropria dei suoi spazi e dei suoi tempi. “ le rose e i bambini” rappresentano la purezza della natura allo stadio primordiale. Purezza che andrà persa, con tutta la sua spontaneità e freschezza, entrando in collisione con la corruttibilità del mondo. La tecnica mista ed a olio, trattato senza solventi, oggi usati come testimonianza di un’epoca ormai andata, non danno più emozioni a Togni, allora, si avvia all’uso della materia in modo innovativo e straordinariamente diversificato. Emblematico il bassorilievo in ceramica ricoperto di bronzo con fusione a freddo, “Conciliazione”, che rappresenta una vera e propria frattura sociale con una evidente ricaduta religiosa e culturale. La causa è l’adorazione dell’economy-god, il dio danaro. Togni dichiara che “ le cose originariamente e intenzionalmente non stanno così”, ma che tutte le grandi verità, i principi umani convergono in un punto unico: le religioni ebraica, islamica e cristiana hanno lo stesso punto cardine, il credo nell’unico padre . Togni con questo pannello realizzato con la tecnica di sua realizzazione, vorrebbe lanciare l’idea della riunificazione, superando il momento di crisi di valori, fa emergere dalla sabbia gli anelli che ricuciono le lacerazioni avvenute. Gli elementi iconici a forma di croce stanno a significare tutto il percorso umano su una strada fino a un crocevia dove si è determinata la spaccatura dell’animo umano e conseguentemente sociale. Gli anelli di rame intrecciati, torti sono agganciati e chiusi e inseriti nei fori dell’opera, con l’intento di salvezza. Togni si ispira, seppur soltanto idealmente, al caposcuola dell’arte spaziale, Fontana, per andare alla ricerca della quarta dimensione proposta nelle sue opere a cerchio intuitivamente considerato l’ingranaggio centrale per far emergere tutte le verità, dove non c’è per la menzogna, dove non c’è spazio per la divergenza conflittuale, ma soltanto per una unità di intenti di crescita culturale umana. Lo spirito nell’arte di Walter si libera dalla definizione dell’immagine sulla superficie, incedendo gradualmente nel dominio dell’astratto dal punto di vista dello spazio,non necessariamente profondo, ma sensoriale e concettuale. Tutto si presenta con un dinamismo cromatico e con un’idea misteriosa largita dalle curve o dai segni sferici tipici del vortice più o meno fluido o consistente che sembra girare velocemente su se tesso trascinando con se tutto ciò che incontra, nutrendosi della sostanza. Campi con veloci movimenti rotatori, rapidi susseguirsi di “ eventi, fenomeni, problemi”. In questo impeto irrefrenabile che sconvolge, trascina e ingloba, i giochi di colore chiaro e scuro fanno si che il percorso sia di intuire, perché non chiaramente definito. Dietro l’opera c’è l’esistenza non tanto e solamente personele, ma globale, nella sua interezza che funge da faro di identità principalmente umana e spirituale con sfogo artistico polimaterico e poli-espressivo. Sarà proprio il suo impatto globale a simboleggiare l’astratto ed il surreale dove tutti i simboli presenti nell'opera rappresentano l’operato umano, le case, raffigurati in un icona nella quale l’affetto e la famiglia sono oppresse da una bomba. Quegli affetti, quella famiglia ….cercano di sbocciare, però tutto è oppresso e compromesso e…allora sembra soccombere sotto il peso e la pericolosità di quella bomba, ma nulla si rompe e deflagra grazie alla duttilità e alla resistenza di sentimenti e di valori. Nulla si spezza , la parte buona dell’umanità cerca di difendere e nel contempo la catapulta è pronta per scaraventare tutto altrove. Questa immagine scultorea e le raffigurazioni di dinamicità pittorica sono simbolo dell’ingranaggio che travolge, ma non distrugge. Tutto è messo a dura prova, ma tutto flette, perché il buon senso della cultura emerge e si impone sull’uomo primordiale, colui che vincerà sarà l’uomo Sapiens Sapiens , che ha avuto pietà di sé con il culto dei morti e che; mirabilmente, dotato di talento artistico, rappresenta il passo determinante del progredire della civiltà umana.
Dott.ssa Cristina Bigarelli
