Capolavoro di Klimt perduto per 100 anni venduto per 30 milioni di euro

Capolavoro di Klimt perduto per 100 anni venduto per 30 milioni di euro

Selena Mattei | 25 apr 2024 2 minuti di lettura 0 commenti
 

Un dipinto di Gustav Klimt, scomparso da un secolo, è stato venduto all'asta a Vienna per 30 milioni di euro. Si ritiene che l'opera d'arte, intitolata "Ritratto di Fraulein Lieser", raffiguri un membro di un'importante famiglia di industriali ebrei e fu venduta in adesione ai Principi di Washington per la restituzione di opere d'arte saccheggiate dai nazisti.


Un dipinto perduto da tempo del famoso artista austriaco Gustav Klimt, ritenuto scomparso da un secolo, è stato recentemente messo all'asta a Vienna, per un valore impressionante di 30 milioni di euro. Questo straordinario pezzo, intitolato "Ritratto di Fraulein Lieser", era un progetto incompiuto del 1917, appena un anno prima della morte di Klimt.

Il dipinto fu originariamente commissionato da un'importante famiglia di industriali ebrei e si pensa ritragga Margarethe Constance Lieser, una figlia di Adolf Lieser. Gli storici dell'arte Tobias Natter e Alfred Weidinger sostengono questa identificazione, anche se la sede dell'asta, im Kinsky, propone che il soggetto potrebbe anche essere una delle figlie di Justus Lieser e di sua moglie Henriette. Henriette Lieser, una notevole sostenitrice dell'arte moderna e vittima dell'Olocausto, ebbe due figlie, Helene e Annie, entrambe sopravvissute alla seconda guerra mondiale.

La signorina Lieser, dipinto di Gustav Klimt

Il percorso del dipinto successivo al 1925 resta avvolto nel mistero. Im Kinsky ha notato che è entrato in possesso di un precursore dell'attuale proprietario negli anni '60 ed è stato tramandato attraverso tre generazioni. L'identità degli attuali proprietari austriaci rimane sconosciuta.

Questa vendita è stata condotta per conto degli attuali proprietari e degli eredi legali di Adolf e Henriette Lieser, aderendo ai Washington Principles, un quadro internazionale volto a restituire le opere d'arte saccheggiate durante l'era nazista ai discendenti dei proprietari originali. Ernst Ploil di im Kinsky ha sottolineato l'allineamento dell'accordo con questi principi, descrivendolo come "una soluzione giusta e giusta".

Nonostante il successo della vendita, Erika Jakubovits, direttrice esecutiva della Comunità ebraica austriaca, ha espresso preoccupazione per le questioni irrisolte che circondano il dipinto. Sostiene una ricerca indipendente sul caso, sottolineando l'importanza di procedure meticolose e trasparenti nella restituzione delle opere d'arte, in particolare per i futuri ritorni orchestrati privatamente.

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