Attivista per il clima condannato al carcere per vandalismo artistico alla National Gallery degli Stati Uniti

Attivista per il clima condannato al carcere per vandalismo artistico alla National Gallery degli Stati Uniti

Selena Mattei | 29 apr 2024 2 minuti di lettura 0 commenti
 

Joanna Smith, un'attivista climatica, è stata condannata a 60 giorni di prigione per aver vandalizzato una scultura di Degas presso la National Gallery of Art degli Stati Uniti, insieme a ordini di rilascio controllato e 150 ore di lavoro di interesse generale. L’incidente fa parte di una tendenza più ampia di proteste climatiche che prendono di mira i musei di tutto il mondo, evidenziando crescenti tensioni tra attivismo e conservazione del patrimonio culturale.


Joanna Smith, una manifestante per il clima, è stata condannata a 60 giorni di prigione per aver deturpato una statua alla National Gallery of Art degli Stati Uniti. Questa decisione è stata presa dopo aver vandalizzato la copertura protettiva della famosa scultura di Edgar Degas, "La piccola ballerina di quattordici anni" (1880), a Washington, D.C. La signora Smith, accompagnata da un altro attivista, ha eseguito questa protesta quasi un anno fa, il 27 aprile 2023.

L'incidente, che ha portato Smith a dichiararsi colpevole a dicembre per aver danneggiato la mostra, avrebbe potuto comportare una pena molto più dura fino a cinque anni di carcere, oltre a una possibile multa di 250.000 dollari. Invece, il giudice distrettuale americano Amy Berman Jackson ha anche ordinato a Smith di scontare una pena di due anni di libertà vigilata, che le vieta di entrare nel Distretto di Columbia e di visitare qualsiasi monumento o museo nazionale. Inoltre, deve svolgere 150 ore di servizio alla comunità, di cui un minimo di dieci ore dedicate alla pulizia dei graffiti.


Il danno alla scultura, che ha richiesto riparazioni per più di 4.000 dollari, ha comportato la sua chiusura fuori dalla vista del pubblico per dieci giorni. Kaywin Feldman, direttore della National Gallery, ha espresso profonda preoccupazione per l'attacco, descrivendolo come una minaccia "all'idea universale che i musei contano". Ha sottolineato la fragilità e l'importanza storica della scultura, sottolineando che l'incidente ha "messo a repentaglio per sempre la sua stabilità".

La protesta faceva parte di un’azione più ampia del gruppo climatico Declare Emergency. Smith e il collega manifestante Timothy Martin, che sarà processato ad agosto, hanno utilizzato vernice rossa e nera per rivestire la base della scultura e l'involucro protettivo. La loro protesta è coincisa con altre azioni di solidarietà da parte di attivisti climatici in importanti luoghi d'arte come il Metropolitan Museum of Art di New York.

I musei di tutto il mondo, in particolare in Europa e nel Regno Unito, sono diventati sempre più il bersaglio dei manifestanti per il clima. Questi attivisti sono ricorsi a tattiche come lanciare zuppa o torta contro le opere d’arte, attaccarsi alle cornici e persino attaccare i vetri protettivi con martelli nel tentativo di evidenziare urgenti crisi ambientali.

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