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Mario Ceroli

Italia
Artista (Scultura)
Nato a data sconosciuta
Venderequadri

Formatosi all'Accademia di belle arti di Roma, sotto la guida di Leoncillo Leonardi, Pericle Fazzini e Ettore Colla[1], di cui diventa assistente, indirizza il suo interesse sulle opere in ceramica e riproduceva inizialmente sculture di ceramica.

Nel 1957 sperimenta l’uso del legno, prevalentemente tronchi di albero trapassati da chiodi, con cui nel 1958 vince il premio per la giovane scultura italiana. Alla fine degli anni Cinquanta, il legno diventa il suo materiale espressivo prediletto[2].

Negli anni Sessanta intaglia grandi sagome umane nel legno grezzo che spesso ripetute in modo seriale, diventando un segno distintivo di gran parte della sua produzione. È quindi negli anni sessanta, impressionato dalla Pop art tramite le opere di Louise Nevelson e di Joe Tilson, che arriva ai materiali e alle forme che avrebbero caratterizzato successivamente le sue creazioni[3]: silhouette di oggetti sagomate inlegno, prive di colore, talvolta ripetute in serie (Ultima Cena, 1965, Galleria nazionale d'arte moderna a Roma; Uomo di Leonardo, 1964; La Cina, 1966, La Grande Cina, 1968), connesse ad uno spazio che diventa tema essenziale (Cassa Sistina, 1966), oppure tracciate a tempera e a inchiostro (La porta, il cenacolo, 1981; Giorno, Notte, 1982).

Il Centro studi e archivio della comunicazione di Parma conserva un fondo dedicato a Ceroli, consistente di 2 sculture, pubblico e parzialmente consultabile per motivi conservativi[4].

Nel 1967-1968 prese parte alle mostre del gruppo dell'Arte povera, di cui Ceroli può essere considerato un precursore in quanto già agli inizi degli anni ’60 introduce nelle sua produzione artistica materiali come: legni bruciati, vetri, piombo, stracci ghiaccio, carta, cenere etc. . Nel 1966 Cassa Sistina, viene premiata alla Biennale di Venezia. Le forme, sagomate nel legno, comprendono lettere, numeri, geometrie, oggetti, riconducibili alla ricerca Pop e alla reinterpretazione dei grandi classici della storia dell’arte: da Leonardo da Vinci a Michelangelo a P. Uccello, fino a G. De Chirico.

Contemporaneamente realizza allestimenti scenici per il teatro, il cinema e la televisione. Infatti il carattere "invasivo" del suo lavoro lo porta a sconfinare nel cinema, nella scenografia, nel disegno di ambienti, nella progettazione di chiese e del loro arredo interno, fino a un progetto, mai completato, di teatro[5].

Ha realizzato a Bologna nel 1988 la cosiddetta "Casa del Nettuno", un contenitore ligneo decorato con la silhoutte Uomo gallegiante[6], che ha costituito il cantiere di restauro della statua bronzea del Nettuno del Giambologna. Suo è l'Unicorno alato (1990), in legno rivestito di oro, esposto all'ingresso della sede Rai di Saxa Rubra. Ha curato l'arredo della chiesa di Porto Rotondo (1971), di Santa Maria Madre del Redentore di Tor Bella Monaca, a Roma, nel 1987 e di San Carlo Borromeo al Centro Direzionale di Napoli, nel 1990.

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Scultura intitolato "La forza di sognare" da Mario Ceroli, Opera d'arte originale, Metalli
La forza di sognare - Scultura, 24x15,8 in ©2000 da Mario Ceroli - Bronzo
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