Roberto Ferrero, la fotografia per raccontare il mondo

Roberto Ferrero, la fotografia per raccontare il mondo

Olimpia Gaia Martinelli | 19 dic 2021 5 minuti di lettura 0 commenti
 

La fotografia permette a Roberto Ferrero di raccontare, attraverso le immagini, il suo modo di vedere la vita e il mondo. Infatti, secondo l'artista, fare arte è prima di tutto un esperienza personale, ovvero un dialogo interiore, che è fatto di domande e di risposte...

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Cosa ti ha spinto a diventare artista ? Quale è il tuo percorso ? 

Artisti si nasce, non si diventa. Tutti nascono artisti. Chiunque ha la capacità di esprimersi attraverso una qualsiasi forma d'arte. Personalmente coltivavo il desiderio di esprimermi attraverso un linguaggio semplice e diretto ma creativo  come quello della comunicazione visiva. La fotografia ti permette di raccontare attraverso le immagini quello che accade intorno a te ed allo stesso tempo ti da l'opportunità di raccontarlo attraverso il tuo modo di vedere la vita, di mostrare la tua visone del mondo. Fare arte è prima di tutto un esperienza personale; un dialogo con te stesso fatto di domande e risposte che a sua volta si tramuta in un dialogo con l'altro fatto di consapevolezza. Non ho mai capito se fare fotografia è fare arte, se il fotografo è un artista o un tecnico, o entrambe le cose. Non mi interessa nemmeno saperlo. Mi basta sapere che guardare una fotografia meraviglia, mi meraviglia, mi apre un mondo nuovo, inaspettato, che non sapevo esistesse. Questo perché non si vede nella realtà quello che si può vedere, intravedere e percepire attraverso una fotografia. E' rendere visibile l'invisibile. E' menzognera ma più vera del vero. Comunicativa allo stato puro e non si può smentirla, ha ragione lei; in quell'attimo immortalato quella è la realtà. Da qui un percorso di oltre trent'anni che inizia con una scuola di fotografia di moda e finisce con workshop con fotografi di fama internazionale come Andreas Bitesnich, Mimmo Jodice e Kent Koberteen del National Geographic che mi ha permesso di capire cosa stavo cercando e mi ha indotto a perfezionare sempre più l'aspetto tecnico di questa forma d'arte ma soprattutto lo stile interpretativo e comunicativo che rappresenta la mia persona.

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Quali sono i 3 aspetti che ti differenziano dagli altri artisti ?

Conosco un aspetto solo che mi differenzia dagli altri artisti e consiste nel sé.

Da dove viene la tua ispirazione ?

La mia ispirazione deriva dall'avido desiderio di meravigliarmi che trova piena gratificazione nella poesia del paesaggio umano materiale ed immateriale di un luogo, ma non solo.

Parlaci del concepimento delle tue opere. Hai un lungo lavoro preparatorio o è spontaneo ?

Il concepimento delle mie opere è motivato dalla curiosità ed è del tutto spontaneo; potrei assomigliare per questo ad un turista giapponese. Tuttavia vengo maggiormente attratto da luoghi, anche se sconosciuti, e cose che nel corso degli anni e delle esperienze hanno formato il mio bagaglio personale.

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Cosa vuoi mostrare attraverso il tuo lavoro?

Prima di tutto un artista, un fotografo, lavora per se. Penso che sia più interessato alla ricerca del proprio sé, al compimento della sua crescita interiore ed al raggiungimento della propria consapevolezza che poi naturalmente mostra agli altri attraverso la sua percezione di realtà comunicando il suo modo di essere.

Nel tuo lavoro utilizzi delle tecniche o del materiale fuori dal comune ?

Per realizzare il mio lavoro mi affido alle tecniche base, le più elementari possibili se consideriamo che anche una stampa alla gelatina ai sali d'argento ha delle tecniche basi per essere eseguita. Da qui il concetto che forse, fuori dal comune non esiste niente. In alcuni casi invece mi affido agli errori tecnici della fotografia apportando tecnica all'errore stesso per ottenere un risultato diverso. Con l'evento del digitale le opportunità si sono moltiplicate in quanto le tecniche e materiali tradizionali rimangono tali ma con le nuove tecnologie aumentano le forme espressive ed interpretative sia nella fase tecnica che nella scelta dei materiali. Che si tratti di fotografia analogica o digitale preferisco sempre utilizzare materiali pregiati per ottenere uno standard qualitativo di alto profilo, prezioso e duraturo nel tempo. Vedi per esempio le stampe al platinum palladio o le carte prodotte a mano Washi Awagami.

Hai un formato prediletto ? Perché ?

Non ho un formato prediletto. Tuttavia ritengo che il formato 1:1 e 4:5 siano i più eleganti. Per le mie opere utilizzo qualsiasi formato standard come il 3:2, il 4:3, anche il 16:9, addirittura 1:2 come nel caso delle fotocamere di medio formato 6x12 cm. Difficilmente, anzi, molto raramente ritaglio un immagine per concentrare un soggetto, più facilmente vario le proporzioni attraverso un formato.

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Quali difficoltà incontri nel tuo lavoro ?

Escludendo le difficoltà che si incontrano nel commercializzare il proprio lavoro e quindi trarne profitto, la maggiore difficoltà per me è quella di migliorarmi sotto il punto di vista comunicativo. Il mio aforisma è che quando oriento lo sguardo su un luogo o su un soggetto è perché li ci vedo bellezza e meraviglia, empatia. Basta solo rivelarla, ma non sempre ci riesco.

Come lavori ? In casa, in un atelier condiviso o privato ?

Ho uno studio per l'elaborazione delle immagini in un angolo della casa.

Il lavoro di artista ti porta a viaggiare molto ?

Purtroppo non ho la possibilità di viaggiare molto e mi consola il fatto che ci sono molti artisti affermati che hanno costruito il loro portfolio in un raggio di 300 metri o 300 km da casa.

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Qual è il più bel momento della tua carriera ?

Non considerando i momenti di maggior profitto, che purtroppo sono fondamentali, mi viene in mente un solo momento, è uno solo ma è lungo 35 anni.

Come ti vedi nel tuo lavoro tra dieci anni ?

Migliore di adesso.

Su cosa lavori attualmente ? Hai previsto a breve di esporre le tue opere ?

In questo momento non ho in previsione nessuna esposizione. Produco le mie opere con più o meno continuità affidandomi agli strumenti che prediligo come le fotocamere a foro stenopeico, le fotocamere e/o obiettivi giocattolo e naturalmente il classico sistema sia in analogico che digitale.

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Se avessi potuto creare un’opera famosa nella storia dell’arte, quale sarebbe stata ?

Non avrei voluto creare la Guernica, vorrebbe dire che non ce ne sarebbe stato bisogno. Non avrei voluto realizzare le opere del fotografo dell'inferno James Nachtwey. Avrei voluto realizzare tutte le opere di Luigi Ghirri.

Se potessi invitare a cena un artista celebre ( morto o in vita), chi sarebbe ?

Luigi Ghirri naturalmente.

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