Giancarlo Morandi, un manufatto che sembra un disegno

Giancarlo Morandi, un manufatto che sembra un disegno

Olimpia Gaia Martinelli | 6 mag 2023 4 minuti di lettura 0 commenti
 

Sono italiano, nato nel 1952 a Cremona, la città del Torrazzo e dei grandi liutai. La passione per il bello è nata in me da ragazzo, negli anni in cui frequentavo il Liceo artistico Toschi di Parma e poi la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano...

Cosa l’ha spinta a creare arte e a diventare un artista (eventi, sensazioni, esperienze...)

Dopo essermi cimentato nella pittura negli anni Settanta, durante e immediatamente dopo il liceo artistico, circa quindici anni fa ho abbracciato la scultura, la forma d’arte che più mi consentiva di esprimermi. Ho iniziato con la terracotta: con diversi compagni di viaggio ho allestito qualche mostra e partecipato a concorsi. Da un po’ di tempo, ispirato da alcune opere americane, mi sono concentrato sulla scultura in fil di ferro, di cui mi sono subito innamorato.

 Qual è il suo background artistico, le tecniche e i soggetti che ha sperimentato finora?

Sono italiano, nato nel 1952 a Cremona, la città del Torrazzo e dei grandi liutai. La passione per il bello è sorta in me da ragazzo, negli anni della frequentazione del Liceo artistico Toschi di Parma e poi della Facoltà di Architettura al Politecnico di Milano. Alla professione di architetto e imprenditore ho negli anni continuato ad affiancare la voglia di mettermi in gioco, sperimentando diverse tecniche artistiche.

 Quali sono i 3 aspetti che la differenziano dagli altri artisti, rendendo il suo lavoro unico?

1. L’opzione verso una scultura leggera, quasi ‘aerea’. 2. Un prodotto che va al di là della tridimensionalità a cui si è soliti associare la scultura. 3. Un manufatto che sembra un disegno su un foglio che non c’è.

Da dove viene l’ispirazione?

In genere, traggo ispirazione dalla vita quotidiana, ma anche da immagini che mi colpiscono sul Web.

 Qual è il suo approccio artistico? Quali visioni, sensazioni o sentimenti vuole evocare nello spettatore?

Sono attratto dalla sensazione di leggerezza che questo tipo di scultura dà. Giocando con le trasparenze, al di là dei volumi spero di creare emozioni.

 Qual è il processo creativo delle sue opere? Spontaneo o con un lungo processo preparatorio (tecnica, ispirazione da classici dell’arte o altro)?

Prima di iniziare il lavoro, elaboro un progetto. Studio l’idea sviluppandola al computer, e solo dopo aver previsto le giuste dimensioni stampo su carta e realizzo col filo.

Utilizza una tecnica di lavoro particolare? Se sì, può spiegarla?

Ci sono state diverse fasi nella mia produzione: la prima è stata quella di animare il disegno con fili di ferro dello stesso diametro. Cercavo di esprimermi col minor numero di tratti, quelli che ritenevo indispensabili per evocare un concetto.

Successivamente, aumentando le dimensioni delle sculture, ho modificato anche lo spessore del filo. La cosa mi è piaciuta, perché così ho potuto dare alla struttura una certa rigidità, dotandola di particolari piuttosto definiti. Il che, mi pare rappresenti una novità nel settore.

Quel che invece sto portando avanti ora sono le velature: utilizzo un filo da un millimetro che passa come un drappo trasparente sulla figura.

 Ci sono aspetti innovativi nel suo lavoro? Può dirci quali?

Chi prima di me ha coltivato questo modo di fare scultura di solito è rimasto legato a un solo filo monocromo. Al contrario, io ho voluto sperimentare sempre, avvalendomi di fili di diametri diversi, saldati insieme, e quando necessario del colore. Oltre qualsiasi preconcetto.

 Avete un formato o un mezzo con cui vi sentite più a vostro agio? Se sì, perché?

No, non c’è un formato particolare. Di volta in volta decido di utilizzare ciò che mi pare più congeniale.

 

Dove produce le sue opere? A casa, in uno studio condiviso o nel proprio studio? E in questo spazio, come organizza il suo lavoro creativo?

Lavoro a casa: in uno spazio tutto mio ho allestito un piccolo studio, procurandomi o creandomi da solo gli oggetti che possono servirmi per la piegatura e la saldatura del fil di ferro.

 Il suo lavoro la porta a viaggiare per incontrare nuovi collezionisti, per fiere o mostre? Se sì, che cosa ci guadagnate?

No, viaggio poco a questo scopo.

 Come vede il suo lavoro e la sua carriera di artista svilupparsi in futuro?

Spero di trovare sempre appagamento e soddisfazione nel creare.

Può raccontarci la sua esperienza espositiva più importante?

Preferisco l’on-line: condivisioni sui social, siti specializzati…

 Se potesse creare un’opera famosa della storia dell’arte, quale sceglierebbe? E perché?

Senza dubbio il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino. Trovo meraviglioso per un artista lasciar immaginare i mondi che stanno dietro le cose.

 Se potesse invitare a cena un artista famoso (vivo o morto), chi sarebbe? Come suggerisce di passare la serata con loro?

Inviterei Mondrian. Mi piacerebbe capire come ha iniziato L’evoluzione di un albero passando alla fase successiva, col solo uso di colori primari.

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